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I Luoghi Unesco d’Italia | Ravenna, il suo patrimonio unesco e Dante

03 Giugno 2021

Newsletter a cura del WTE

A Ravenna Dante Alighieri trascorse gli ultimi tre anni della sua vita, dal 1318 al 1321. Qui fu sepolto e ancora oggi la sua tomba è meta di numerosi turisti in visita alla città. Essa, però, non è l’unico monumento ravennate che ci parla del Sommo Poeta. I palazzi, le strade, le chiese della città e il territorio circostante sono strettamente legate al suo ricordo e alla sua opera. Persino, le basiliche, i battisteri e gli stupendi mosaici bizantini, che hanno valso a Ravenna l’iscrizione a patrimonio dell’Umanità nel 1996.

 

La Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, i Battisteri degli Ariani e degli Ortodossi, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e in Classe, la Cappella Arcivescovile e il Mausoleo di Teoderico, con la loro architettura e, soprattutto, con i ricchi mosaici, datati al V-VI secolo d.C., quando Ravenna era la capitale dell’Impero Romano d’Occidente, sono stati, senza dubbio, di profonda ispirazione per Dante, offrendogli bellissimi spunti per le “immagini” che caratterizzano la Divina Commedia.

 

Alcuni studiosi, di recente, hanno proprio messo in evidenza la corrispondenza tra alcuni dei mosaici ravennati e alcuni versi della sua opera più famosa. Come, ad esempio, la croce del mosaico absidale di Sant’Apollinare in Classe e i versi 97-104 del XIV canto del Paradiso. Dante scrive:

Come distinta da minori e maggi
lumi biancheggia tra ’ poli del mondo
Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi;
 
sì costellati facean nel profondo
Marte quei raggi il venerabil segno
che fan giunture di quadranti in tondo.
 
Qui vince la memoria mia lo ’ngegno;
ché quella croce lampeggiava Cristo

 

Allo stesso modo, la terzina con cui l’Alighieri descrive l’Imperatore Giustiniano nel VI canto del Paradiso –“Cesare fui e son Iustinïano,/che, per voler del primo amor ch’i’ sento,/d’entro le leggi trassi il troppo e ‘l vano”- sembrano dette da quello stesso imperatore raffigurato nella basilica di San Vitale.

E, ancora, la processione che, nel XXIX canto del Purgatorio, precede l’arrivo di Beatrice non può non richiamare la sfilata delle Vergini e dei Santi di Sant’Apollinare Nuovo. Dante così scrive:

Genti vid’io allor, come a lor duci,
venire appresso, vestite di bianco;
e tal candor di qua già mai non fuci
(Purgatorio XXIX, versi 64-66)

Sotto così bel ciel com’io diviso,
ventiquattro seniori, a due a due,
coronati venien di fiordaliso.

Tutti cantavan: “Benedicta tue
ne le figlie d’Adamo, e benedette
sieno in etterno le bellezze tue!”.
(Purgatorio XXIX, versi 82-87)

 

E le sue parole sembrano far muovere i passi di quelle dodici vergini e altrettanti santi raffigurati nelle pareti della basilica ravennate.
Molti altri potrebbero essere gli esempi di come i preziosi mosaici abbiano potuto ispirare a Dante il misticismo e l’iconografia della Commedia, a testimonianza del profondo legame che esisteva tra lo stesso Dante e la città di Ravenna.

L’appuntamento per scoprire Ravenna e i suoi luoghi Unesco  è il World Tourism Event for World Heritage Sites, a Padova dal 23 al 25 settembre 2021, ore 10,00 – 18,00, ingresso libero.
Qui tutte le info per partecipare e per esporre: www.wtevent.it