Ad ospitare l’edizione romana sarà Palazzo Venezia
Palazzo Barbo, più noto come Palazzo Venezia, sarà la prestigiosa sede dell’edizione 2019 del World Tourism Event for Unesco cities and
sites, che si terrà a Roma dal 26 al 28 settembre prossimo.
Costruito tra il 1455 e il 1467 su commissione del cardinale veneziano Pietro Barbo, divenuto poi papa Paolo II, Palazzo Venezia ospita
oggi il Museo Nazionale di Palazzo Venezia e il Polo museale del Lazio, nonché la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, punto di
riferimento a livello mondiale per gli studiosi.
Una sede nel cuore del centro storico di Roma, dunque, per il prossimo WTE -il primo nella Capitale- proprio di fronte all’Altare della Patria e a due passi dai Fori Imperiali, visitati ogni giorno da moltissimi turisti di ogni nazionalità. Palazzo Barbo venne costruito a partire dal 1455, quando il cardinale veneziano Pietro Barbo, fu nominato titolare della Basilica di San Marco. Eletto pontefice qualche anno più tardi con il nome di Paolo II (1464-71) promosse l’ampliamento dell’edificio con il nipote Marco Barbo, che gli successe al titolo della basilica: vennero così realizzati i tre saloni monumentali (Sala Regia, Sala del Concistoro poi divenuta delle Battaglie, Sala del Mappamondo) e soprattutto il Viridarium, un giardino porticato situato all’angolo tra le attuali piazza San Marco e piazza Venezia. Il palazzo rimase di proprietà pontificia fino al 1564, anno in cui venne ceduto da Pio IV Medici (1559-65) alla Repubblica di Venezia, che vi stabilì la propria ambasciata. Da allora è comunemente noto con il nome di ‘Palazzo di Venezia’. In seguito al Trattato di Campoformio (1797), che sancì la fine della Serenissima, l’edificio passò all’Austria, che ne mantenne la funzione di sede diplomatica.
Tra il 1910 ed il 1913 il giardino-viridarium di Paolo II, ormai noto come Palazzetto, fu abbattuto e ricostruito in posizione arretrata per consentire l’ampliamento della piazza e la visione diretta del Vittoriano. Nel 1916 il Regno d’Italia rivendicò il palazzo all’Austria e il ruolo simbolico-nazionalistico assunto dall’edificio dopo la restituzione spinse, nel 1922, Benito Mussolini a sceglierlo come sede del governo fascista (1929-43) e ad utilizzare come proprio ufficio la Sala del Mappamondo in cui si apre il celebre balcone settecentesco. Fu proprio a partire dal 1916 che il palazzo divenne sede del museo nazionale di arte medievale e rinascimentale. http://museopalazzovenezia.beniculturali.it/