AL WORLD TOURISM EVENT GLI OTTO GIOIELLI UNESCO DELLA CAMPANIA
Il viaggio che proponiamo è alla scoperta dei più bei luoghi e dei siti Unesco della Campania, protagonisti, dal 22 al 24 Settembre prossimo anche del WTU, Salone mondiale del Turismo Città e siti Unesco, in calendario a Siena.
PATRIMONIO CULTURALE MATERIALE
1. CENTRO STORICO DI NAPOLI
Il centro storico della città di Napoli, incredibile palcoscenico fatto di arte, storia ed espressione urbanistica nato da costruzioni e ricostruzioni, è stato il primo sito campano inserito nella Lista Patrimonio Mondiale Unesco nel 1995. Un centro storico di valore universale senza eguali nato dalla stratificazione di molteplici influenze (romaniche, bizantine, normanne, gotico longobarde, rinascimentali, fino a quelle contemporanee) che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell’Europa.
La città di Napoli ha origini che si perdono addirittura nel mito, dalla leggenda sulle origini di Napoli ad oggi si sono succeduti signori e dinastie che hanno lasciato un’impronta indelebile sul paesaggio e sul territorio.
Napoli è la città delle contraddizioni: vicoli angusti sorgono accanto a ville signorili già dalla zona del porto cittadino. La città è entrata a far parte dei siti Patrimonio dell’Unesco in Campania per il suo indiscutibile fascino, che ha attirato poeti e viaggiatori, influenzando l’intera Europa per secoli interi.
Architettura ed arte si sono inserite splendidamente nella formazione urbanistica rettangolare greca dell’antica città di Neapolis, regalando a visitatori e turisti scorci e tesori in ogni vicolo o strada. Il riconoscimento come Sito Unesco della Campania copre il Centro Storico di Napoli, le mura Aragonesi, i palazzi gentilizi, le Università. La continuità nell’uso dei materiali locali per costruire, come il famoso tufo di Napoli, ha garantito un paesaggio urbano che non ha eguali al mondo. Già all’epoca di Neapolis, la città fondata dai coloni greci nel 470 a.C., fino alla città di oggi, Napoli ha ricevuto l’impronta delle varie culture apparse via via nel bacino del Mediterraneo ed in Europa, delle quali porta ancora visibile testimonianza. Queste forti influenze, insieme al suo ruolo predominante nella storia, hanno trasformato questa città in un sito unico che conserva, tra l’altro, suggestivi monumenti come la Chiesa di Santa Chiara e Castel Nuovo.
2. AREE ARCHEOLOGICHE DI POMPEI, ERCOLANO E TORRE ANNUNZIATA
Il 24 agosto dell’anno 79 d. C., un’eruzione del Vesuvio seppellì le due fiorenti città romane di Pompei ed Ercolano, insieme a tutte le loro ricche abitazioni. Dalla metà del secolo XVIII, gradualmente queste sono state portate alla luce e rese accessibili al pubblico. La vasta area commerciale della città di Pompei contrasta con i resti più limitati, ma meglio conservati, della città di riposo di Ercolano.
Contestualmente, le stupende pitture murali di Villa Oplontis di Torre Annunziata rappresentano una testimonianza vivente dell’opulento tenore di vita dei cittadini più ricchi dei primi anni dell’Impero romano.
Anche se il progetto della nuova capitale non fu mai realizzato, l’impianto urbanistico del complesso con il suo eccezionale sviluppo rettilineo, al centro di un’area caratterizzata dalla presenza di numerosi siti reali, poi trasformati in poli produttivi, costituisce una testimonianza di enorme interesse per la storia della civiltà settecentesca italiana. In quest’ottica, il Complesso di S. Leucio rappresenta una tappa fondamentale della cultura illuministica settecentesca e dello sviluppo industriale e tecnologico nel territorio campano, sul quale ancora oggi operano opifici e industrie che si richiamano all’antica attività manifatturiera, ed è riportato in tutti i più importanti testi di arte e architettura.
Parte di questo incredibile complesso architettonico è poi l’Acquedotto vanvitelliano che serviva per portare l’acqua alle cascate e alle fontane della Reggia. Luigi Vanvitelli fece scavare grandi pozzi, innalzò a 60 metri un viadotto lungo 528 metri chiamato “Ponti della Valle”, un ponte a tre ordini di arcate costruito per superare l’alta valle di Maddaloni. Un passaggio permette di percorrere tutti gli ordini, mentre sulla parte superiore corre una strada pavimentata in pietra, con parapetti. L’acquedotto, Iniziato nel 1753 fu completato nel 1770, passa sulla parte superiore della struttura e in tutto si estende per un totale di 41 km.
4. COSTIERA AMALFITANA
Visitata ogni anno da migliaia di turisti, la Costiera Amalfitana ha ottenuto il riconoscimento tra i siti Unesco della Campania nel 1997. Si tratta di un aspro sperone calcareo, allungato nel Mar Tirreno, con scogliere alte e frastagliate. La Costiera Amalfitana comprende una vasta quantità di cittadine come Amalfi e Ravello che ospitano notevoli capolavori artistici ed architettonici, un territorio non molto esteso ma con un patrimonio culturale e paesaggistico tale da essere diventato una delle principali mete turistiche internazionali. L’area venne popolata in modo intenso sin dall’inizio del Medioevo. Le zone agricole testimoniano la capacità di adattamento dei suoi abitanti, che hanno saputo sfruttare al meglio i diversi tipi di terreno, coltivando “a terrazza” i vigneti ed i frutteti (zone inferiori) e praticando la pastorizia (zone superiori).
La Certosa di San Lorenzo, comunemente nota come Certosa di Padula, rende il Comune di Padula la principale meta del turismo religioso in Campania oltre ad essere tra i monumenti più suggestivi del patrimonio artistico italiano. Il complesso architettonico della Certosa di Padula ha uno stile architettonico complesso prevalentemente barocco ed occupa una superficie di 51.500 m² di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, il più grande del mondo. La Certosa di Padula, grazie alla sua vasta estensione, è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia.
PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE
“La Dieta mediterranea prevede un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni in materia di colture, raccolta, pesca, zootecnia, conservazione, elaborazione, cucina, e in particolare la condivisione e il consumo di cibo. Mangiare insieme è il fondamento dell’identità culturale e la continuità delle comunità in tutto il bacino del Mediterraneo: un momento di scambio sociale e di comunicazione, l’affermazione e il rinnovamento della famiglia, di un gruppo o dell’identità della comunità. La dieta mediterranea sottolinea i valori di ospitalità, vicinato, il dialogo interculturale e la creatività e un modo di vita guidato dal rispetto per la diversità. Svolge un ruolo fondamentale negli spazi culturali, feste e celebrazioni, che riunisce persone di ogni età, le condizioni e le classi sociali. Include l’artigianalità e produzione di contenitori tradizionali per il trasporto, la conservazione e il consumo di cibo, tra cui piatti e bicchieri in ceramica. Le donne svolgono un ruolo importante nel trasmettere la conoscenza della dieta mediterranea: si salvaguardano le sue tecniche, il rispetto dei ritmi stagionali e eventi festivi, e trasmettono i valori dell’elemento alle nuove generazioni. I mercati svolgono un ruolo chiave come gli spazi per coltivare e trasmettere la dieta mediterranea durante la pratica quotidiana di scambio, accordo e rispetto reciproco.” (Comitato Intergovernativo dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanità 15 novembre 2010)
8. CELEBRAZIONE DELLE GRANDI STRUTTURE PROCESSIONALI A SPALLA (SITO SERIALE) – “I GIGLI” DI NOLA
In Italia sono quattro le processioni diventate Patrimonio Immateriale dell’Umanità nel 2013. Tra le processioni caratterizzate dalla presenza della grandi macchine a spalla figura quella de “i Gigli” di Nola. “I Gigli”, macchine alte 25 metri trasportate in processione dai cullatori nella domenica successiva al 22 giugno, sono un omaggio al patrono San Paolino, vescovo di Nola, che nel 431 liberò la città dai visigoti. La Festa dei Gigli è una festa popolare cattolica che si tiene ogni anno a Nola con cui i nolani celebrano il ritorno in città di Ponzio Meropio Paolino dalla prigionia ad opera dei barbari avvenuto nella prima metà del V secolo.
La domenica successiva al 22 giugno di ogni anno si svolge la festa, vale a dire la processione danzante di 8 Gigli più una struttura più bassa a forma di barca che simboleggia il ritorno in patria di San Paolino.
Gli obelischi di legno prendono il nome delle antiche corporazioni delle arti e mestieri, nell’ordine Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto. I Gigli e la Barca danzano lungo un tradizionale percorso individuato nel nucleo più antico della cittadina al ritmo di brani originali e reinterpretazioni attinte dalla tradizione musicale eseguiti da una banda musicale posta sulla base della struttura.