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Campania, scrigno di bellezza: i beni materiali Patrimonio mondiale Unesco

09 Settembre 2022

Newsletter a cura del WTE

Campania, scrigno di bellezza: i beni materiali Patrimonio mondiale Unesco

C’è una Campania amata da chi ci è nato e ne è orgoglioso, dai viaggiatori che in ogni tempo la scoprono, la vivono e la raccontano. Una terra riconosciuta e tutelata dall’Unesco, acronimo di United Nations Educational Scientific and Cultural Organization, come Patrimonio dell’Umanità.
Sono “luoghi” che rappresentano un po’ il cuore della regione: il Centro Storico di Napoli, il Palazzo Reale di Caserta con il Parco, l’Acquedotto vanvitelliano ed il Complesso di S. Leucio, la Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula, il Complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, l’area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata (Oplontis).
Sei tappe nella regione che intrecciano la storia, il mare e i paesaggi interni, la fede e l’arte con la bellezza incomparabile a far da filo rosso.

 

IL CENTRO STORICO DI NAPOLI

Il Centro Storico di Napoli è patrimonio Unesco dal 1995, in ragione del ruolo prestigioso ricoperto dalla città sin dall’antichità, prima come importante polis della Magna Grecia, poi della Roma di età repubblicana, quindi nel Medioevo e nel periodo dal XVI al XVIII secolo, quando sotto il Vesuvio si sviluppò una delle capitali culturali più influenti del Mediterraneo e dell’intera Europa. Di questi fasti e splendori l’antica area urbana partenopea è ricca di testimonianze, con i suoi palazzi, chiese e monumenti, che ne fanno una tappa di sicuro interesse per i viaggiatori. il Centro Storico si sviluppa sui due antichi Decumani greci ed è un vero e proprio museo a cielo aperto dove ogni angolo, ogni, via, ogni pietra, fra colori, odori e sapori della gente che lo abita e lo attraversa, racconta una storia attuale e antica allo stesso tempo.
Si può passeggiare nei vicoli e nelle piazze dominate da palazzi storici come quello del Pio Monte della Misericordia che custodisce Le Sette Opere di Misericordia, capolavoro del Caravaggio. O fermarsi ad ammirare, in piazza San Domenico Maggiore, la facciata di Palazzo Saluzzo di Corigliano, sede della prestigiosa università L’Orientale – o scoprire la storia di Palazzo di Sangro di Casa Calenda, che si intreccia con quella di una pasticceria dove è stato inventato il dolce “Ministeriale” un dolce simbolo dell’arte pasticcera del Novecento.
Palazzo Venezia sorprende per il suo rigoglioso giardino, una vera meraviglia ricca di piante e fiori che creano un piccolo polmone verde nel cuore di Partenope, proprio vicino alla Basilica di Santa Chiara e alla Chiesa del Gesù Nuovo.
Due chiese simbolo di Napoli nel mondo.
Santa Chiara è il più famoso e grande monastero napoletano, costruita nel 1340 in stile gotico provenzale, è scrigno di opere firmate da Tino di Camaino e Giotto, i più importanti artisti del tempo. Il Chiostro Maiolicato entra di diritto tra le meraviglie del mondo.
Tanto è austera, rigorosa e gotica l’architettura di Santa Chiara, tanto è ricca di ori, di fregi barocchi e preziosi marmi la Chiesa del Gesù Nuovo con il bugnato della facciata che mostra un’eleganza severa e nasconde misteri frivoli. Il primo, sontuoso edificio fu costruito per volere di Roberto di Sanseverino, principe di Salerno nel 1470. Divenuto poi possedimento della Compagnia di Gesù fu trasformato fra il 1584 ed il 1601 in luogo di culto affacciato sull’omonima piazza al centro della quale svetta la Guglia dedicata all’Immacolata.
Pittoresca e ricca di fascino la visita a San Gregorio Armeno, la via dei presepi fatti a mano dove famiglie di artigiani si tramandano da generazioni l’arte di costruire scenografie sacre.

 

IL PALAZZO REALE DI CASERTA CON IL PARCO, L’ACQUEDOTTO VANVITELLIANO E IL COMPLESSO DI SAN LEUCIO

Non c’è viaggio, gita o passeggiata in Terra di Lavoro che non preveda una tappa alla Reggia di Caserta.
Maestosa, nobile e prestigiosa come l’ha pensata e progettata Luigi Vanvitelli, si impone agli occhi del viaggiatore appena si esce dalla stazione ferroviaria.
Fu Carlo di Borbone, nel 1750, a farla costruire per affermare la potenza del nuovo Regno di Napoli.
I lavori per realizzare il progetto della magnifica costruzione, destinata a rivaleggiare con le altre residenze reali europee, durarono diversi decenni e furono completati da architetti di scuola vanvitelliana.
Salendo il monumentale Scalone d’Onore si visitano gli appartamenti reali e il Teatro di Corte.
Curati, ricchi di fascino e di storia anche gli spazi esterni: il Parco Reale, il Giardino Inglese che accoglie la splendida Aperia dove in estate vanno in scena spettacoli musicali e opere teatrali, il Bosco di San Silvestro e Acquedotto Carolino che alimentava le sontuose fontane dei giardini.
Nelle sale della Grande Galleria si ammirano le opere dell’esposizione permanente Terrae Motus, ideata dal gallerista Lucio Amelio, magnifico esempio di integrazione fra sito storico e linguaggi artistici contemporanei.
Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio nasce attorno al Casino del Belvedere, trasformato dal Re Ferdinando IV per installarvi una fabbrica della seta, intorno alla quale a sua volta si insedia un borgo a vocazione industriale, con le abitazioni per gli operai, la scuola, le botteghe. Nelle intenzioni del monarca, si sarebbe dovuto trattare una vera e propria “città ideale”, denominata Ferdinandopoli, una comunità produttiva e autonoma di lavoratori basata su principi egualitari, meritocratici e su una certa parità di genere, per cui la Corona emanò uno statuto speciale (1789).
Eccezionale elemento fisico di connessione tra la Reggia e “Reale Colonia di san Leucio” è l’Acquedotto Carolino, voluto da Carlo di Borgone come infrastruttura a servizio non solo del palazzo e dei giochi d’acqua dei giardini ma anche delle ferriere, dei mulini e delle industrie manifatturiere disposte lungo il percorso.

 

IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA SOFIA

Il complesso monumentale di Santa Sofia di Benevento comprende la Chiesa, una delle più importanti della Langobardia Minor giunte fino ai giorni nostri, il Campanile antistante la piazza, l’ex Monastero con il bellissimo Chiostro e la Fontana al centro dell’area.
La Chiesa di Santa Sofia fa parte del sito seriale “Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 d.C.)” e comprende sette aree monumentali dal Friuli alla Puglia dense di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell’arte longobarda, iscritto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal giugno 2011.
La Chiesa fu costruita dal duca longobardo Arechi II tra il 758 ed il 787 ed è uno degli edifici medievali più interessanti e meglio conservati d’Italia. Grazie alla sua originale pianta, metà circolare e metà a stella, crea suggestivi giochi di luce e di ombre fra le prospettive delle volte che cambiano a seconda del punto di vista.
Lo splendore dell’antica Chiesa è testimoniato anche dai frammenti degli affreschi delle absidi, che rivelano un ampio respiro artistico ed una notevole potenza espressiva.

POMPEI ERCOLANO TORRE ANNUNZIATA

È la “Città sepolta” per eccellenza, sinonimo di catastrofe storica, ma anche di eterna emozione dove il tempo si è fermato alla fatidica data del 79 dopo Cristo.
L’eruzione del Vesuvio, che seppellisce Pompei ed Ercolano sotto una spessa coltre di cenere, lapilli, pomici e altro materiale piroclastico fotografa quella data e la rende eterna.
Passeggiare per gli scavi di Pompei ed Ercolano rappresenta un’esperienza che nessuna realtà virtuale è in grado di restituire con la stessa forza e autenticità. È come attraversare il tempo: si respira, intatta, l’atmosfera della vita quotidiana nell’antichità, sia pubblica sia privata. Uno degli aspetti più sorprendenti di una visita al sito è l’alto numero di case, umili o lussuose, conservate con tutto il corredo di botteghe, osterie e forni. Ancora più impressionante il fatto che molte suppellettili sono rimaste intatte, consentendo al visitatore di penetrare gli aspetti più intimi della vita ai tempi dell’Impero Romano.
Il Foro, la grande piazza rettangolare pavimentata in travertino e cinta su tre lati da un porticato, era il centro politico, amministrativo e commerciale della città di Pompei. Sulla piazza si affacciano il Capitolium, tempio dedicato a Giove, il Tempio di Apollo, costruito attorno al III secolo a.C. e formato da un portico con 48 colonne ioniche, e la Basilica, l’edificio pubblico più importante, sede del tribunale e nucleo della vita economica. Sul Foro si affacciano anche il Tempio di Vespasiano, dedicato al culto imperiale, i Granai dove si raccoglievano i cereali per la vendita e il Macellum, il mercato coperto dei generi alimentari freschi con tabernae, ossia le botteghe, all’interno. Accanto si trovano le Terme del Foro, divise in sezione maschile e femminile, con il riscaldamento centrale in comune.
Al Foro si contrappone il Quartiere dei Teatri, cuore pulsante delle attività culturali e religiose, realizzato nel II secolo a.C. Ancora oggi è possibile vivere uno spettacolo all’interno del Teatro Grande che, nel momento del suo massimo splendore, poteva ospitare circa 5mila spettatori. Qui, nel 1972, hanno suonato i Pink Floyd, concerto da cui fu tratto un film cult per gli amanti del rock. Poco distante si può ammirare il piccolo Odeion e il Tempio di Iside.
La più importante arteria cittadina era la cosiddetta via dell’Abbondanza, su cui si affacciavano osterie, locande e empori artigiani. Su questa strada si trovano le Terme Stabiane, il più antico centro benessere pompeiano. Vicino c’è il notissimo Lupanare, un edificio a due piani la cui destinazione è rivelata da esplicite pitture erotiche e dai graffiti.
Tra le domus, la Casa del Fauno è la più bella per l’eleganza delle sue architetture e per i famosi mosaici. Qui fungeva da pavimento quello con i volti di Alessandro Magno e Dario durante la battaglia di Isso. Un capolavoro che è possibile ammirare, nel suo recente restauro, al MANN.
La Casa dei Vettii è celebre per gli splendidi affreschi che adornano le pareti, apparteneva a due ricchi mercanti: Aulo Vettio Restituto e Aulo Vettio Conviva. Dalla Casa di Menandro, il cui nome deriva da una pittura raffigurante il commediografo greco, proviene una ricchissima collezione di raffinati arredi di argento esposti al MANN. Uno dei più imponenti edifici pompeiani è la Villa dei Misteri, celebre per i suoi dipinti che esaltano il rosso pompeiano. Il più conosciuto è il grandissimo affresco che dà il nome alla domus: forse una scena d’iniziazione al culto dionisiaco e ai misteri orfici.
Da vivere, preferibilmente al tramonto, la via dei Sepolcri, la strada fiancheggiata da monumenti funebri che conduceva verso Ercolano, il sito che, proprio con Pompei e Oplontis, dal 1997 condivide lo status di Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.
Ercolano, rinvenuta casualmente nel 1709 durante la realizzazione di un pozzo che portò alla scoperta del suo teatro, e successivamente scavata a partire dal 1738 su ordine del re di Napoli, copriva un’estensione molto inferiore a quella di Pompei: un po’ più di 12 ettari, di cui solo una piccola parte è stata finora portata alla luce. I resti archeologici attualmente visibili sono pertinenti a sette isolati che contengono una quarantina di domus, alcune delle quali sfarzosamente decorate con pitture murali e mosaici; le più lussuose di esse, costruite su terrazzamenti, sfruttavano la vista panoramica sul mare. Tra le domus più caratteristiche ricordiamo la Casa dei Cervi, lussuosa abitazione con terrazza con vista mare, che prende il nome dalla presenza nel giardino di due statue di cervi assaliti da un branco di cani; la casa del Tramezzo di legno, così denominata per il ritrovamento di una struttura pieghevole in legno (carbonizzato a causa dell’eruzione) atta a separare lo splendido atrio dal tablinium. Al di fuori della città, lo scavo della maestosa villa dei Papiri, di cui solo un minimo settore è stato finora riportato alla luce, ha consentito la scoperta di numerose statue di bronzo e di marmo, nonché, nelle rovine della sua biblioteca, con lo straordinario patrimonio di più di 1700 papiri, sia greci che latini, chiusi dentro casse di legno, attualmente conservati alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
Tra i monumenti pubblici, sono stati riportati alla luce, tra gli altri, una piccola parte di una basilica di età augustea, che presenta tre file di colonne ed un’abside in fondo, con un ricco corredo di statue; tre impianti termali: le terme Suburbane di età repubblicana, eccezionalmente conservate e caratterizzate da un particolare sistema di riscaldamento dell’acqua con una caldaia in bronzo posta al centro della vasca, le terme del foro, di età giulio-claudia, e le terme nord-est; un’area sacra occupata da due templi, l’uno dedicato a Venere, l’altro alle quattro divinità protettrici del commercio e dell’artigianato, Minerva, Mercurio, Nettuno e Vulcano; il Sacello degli Augustali.
Situata all’interno del territorio comunale di Torre Annunziata, Oplontis era l’antico quartiere suburbano di Pompei. Qui è possibile visitare la villa appartenuta a Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone, con affreschi e sculture strabilianti. Si tratta di uno dei più grandiosi e meglio conservati esempi di residenza d’otium che, per la bellezza del panorama e la ricchezza delle decorazioni, non aveva nulla da invidiare alle dimore imperiali.

 

LA COSTIERA AMALFITANA

Come su un balcone affacciato sul mare con la luce che cambia a seconda dell’ora, del tempo, della stagione. È la Costiera Amalfitana: 15 comuni da Vietri sul Mare a Positano, amati e conosciuti in tutto il mondo. Luoghi intrecciati e uniti sotto l’egida Unesco dei magnifici 11 (6 siti e 5 elementi immateriali) siti campani dichiarati Patrimonio dell’Umanità.
Un piacere fiabesco per gli occhi ed inebriante per l’olfatto con i profumi di macchia mediterranea, di gran gusto per il palato con le bontà da assaporare e da bere che la sapienza di ogni luogo esprime. Sempre nel segno della bellezza sospesa tra la macchia mediterranea e il mare. È La “Costa Diva”, trentasette chilometri di costa, direzione est-ovest, dalle porte di Salerno alla Penisola Sorrentina: partendo da Vietri sul Mare fino a Positano, in alto lungo il nastro di asfalto, o in basso scivolando sull’acqua ai piedi dei giganti di roccia. Dietro ogni curva si cela una nuova meraviglia, qui tutto è ricchezza per l’uomo.
Meta turistica soprattutto estiva, la Costiera Amalfitana presenta paesaggi e atmosfere uniche, con i caratteristici borghi a picco sul mare, i profumi e i colori, la storia e le tradizioni, che ne fanno un luogo romantico, conosciuto e amato in tutto il mondo. Non a caso, dal 1997 è anch’essa patrimonio dell’Umanità Unesco.

Il PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO CON I SITI ARCHEOLOGICI DI PAESTUM, VELIA E LA CERTOSA DI PADULA


Il Cilento è uno scrigno di bellezza da vivere in tante declinazioni: mare cristallino che lambisce spiagge di sabbia bianche e insenature rocciose; paesi e antichi borghi che conservano la memoria delle comunità delle zone più interne; aree archeologiche ricche di testimonianze e reperti ed una tradizione agro-alimentare codificata, la Dieta Mediterranea, che regala benessere e lunga vita.
Il territorio comprende 44 comuni che fanno parte del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, dichiarato nel 1980 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Il Cilento marino si snoda lungo la costa tirrenica, da Paestum fino a Sapri, ultimo lembo della provincia di Salerno.
Paestum, tappa fra le più narrate dagli intellettuali che vivevano il Grand Tour nel Settecento e nell’Ottocento, è la porta del Cilento. Un’area archeologica unica al mondo, le antiche mura cingono ben tre templi greci: il più maestoso dedicato a Poseidone, dio del mare, che sarà Nettuno per i romani; il più antico dedicato ad Hera e detto anche Basilica è il Tempio di Atena, dea greca, intitolato alla dea Cerere nel periodo romano.
Nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum si può ammirare la Tomba del Tuffatore, magnifico esempio di lastra funeraria affrescata della Magna Grecia.
Il Parco Archeologico di Paestum comprende anche gli scavi di Velia che, in epoca ellenica fu sede della scuola filosofica di Zenone e Parmenide e al tempo della Scuola Medica Salernitana fu importante centro scientifico.
Nell’area archeologica oltre alle Antiche Terme, all’Agorà, al teatro si ammira la Porta Rosa, uno dei più antichi esempi di architettura occidentale che usa l’arco a tutto sesto.
La Certosa di Padula, dedicata a San Lorenzo, è un capolavoro del Barocco. Fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino che la donò all’ordine dei Certosini, è uno dei monasteri più grandi al mondo, conta 320 stanze e un chiostro di 12mila metri quadrati delimitato da 84 scenografiche colonne.
Perla della costa Cilentana è Camerota, magnifico borgo marino, il cui litorale vanta una delle spiagge più belle d’Italia, la Baia degli Infreschi, un’insenatura naturale culla di acque fresche che sgorgano da sorgenti vicine, circondata da un verde rigoglioso.

 

Il Cilento interno custodisce borghi in cui il tempo sembra essersi fermato. E, a Roscigno Vecchia, c’è un centro storico disabitato. Qui l’orologio si è davvero fermato, si offre al turista con tutto il fascino delle case in pietra, le botteghe con le insegne sbiadite, la piazza con la vecchia fontana.

Il basso Cilento è compreso fra la Valle del Bussento e i fiumi Lambro e Mingardo, citati da Virgilio nell’Eneide. Alterna coste marine come quelle di Palinuro, centro balneare che prende il nome dal nocchiero della flotta troiana, campagne pianeggianti e panorami collinari che vanno verso le montagne del Vallo di Diano.
Il Cilento è la patria della Dieta Mediterranea, uno stile alimentare basato sul consumo quotidiano di pasta, verdure, legumi, pesce, olio extravergine di oliva, studiato e codificato negli anni Cinquanta dal medico americano Ancel Keys che visse a Pioppi e studiò l’impatto positivo del cibo sulla vita delle popolazioni locali.
Tra mare e cultura, buon cibo ed arte, storia e letteratura, il Cilento è davvero una terra ricca dove natura e uomo vivono in un equilibrio magico.

L’appuntamento con il World Tourism Event for World Heritage Sites è a Verona dal 15 al 17 settembre 2022.

Per informazioni: Tel 0758005434  | mail info@wtevent.itwww.wtevent.it