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Il Canto Lirico italiano è Patrimonio Unesco: dopo 400 anni di storia è bene immateriale

11 Dicembre 2023

Newsletter a cura del WTE

Il Canto Lirico italiano è Patrimonio Unesco: dopo 400 anni di storia è bene immateriale

Per la sua capacità di rappresentare l’identità culturale italiana in tutta la sua ricchezza, l’arte del “Recitar cantando” è ora nella lista dei beni culturali da tutelare

“La pratica del canto lirico in Italia” entra ufficialmente nella lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il caffè espresso, l’altro temibile concorrente, dovrà aspettare. A darne l’annuncio è stato il Segretario della 18^ sessione dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage of UNESCO tenutasi in Botswana.

Il riconoscimento giunge dopo quasi dieci anni di lavoro da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano, che riunisce ANFOLS, i Teatri Italiani di tradizione ATIT, la Fondazione Teatro alla Scala, l’Accademia di Santa Cecilia, Assolirica oltre a numerosi esperti. Soddisfazione è stata espressa da Federico Domenico Eraldo Sacchi, presidente del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano, che ha così commentato la decisione: “Con l’iscrizione nella Lista dei beni immateriali dell’Umanità, viene riconosciuto a questo bene il ruolo di catalizzatore di tradizioni, abilità, arti, ovvero patrimoni materiali e immateriali d’importanza fondamentale per il nostro Paese e la capacità di rappresentare l’identità culturale italiana in tutta la sua ricchezza e bellezza.”

Il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano riunisce nel suo organico le massime realtà istituzionali della lirica italiana, come la Fondazione Teatro alla Scala, l’Accademia di Santa Cecilia, Assolirica, la Fondazione Rossini di Pesaro, l’Istituto di Studi Verdiani, il Centro Studi Pucciniani, la Fondazione Cini, l’Archivio Ricordi, così come insigni esperti rappresentativi della comunità dell’arte del Canto Lirico in Italia (come Marco Tutino, compositore tra i capifila del Comitato). Tra questi vi è anche l’ANFOLS – Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche, al quale appartiene la Fondazione Arena di Verona, la cui Sovrintendente Cecilia Gasdia ha sottolineato: “Questo riconoscimento è il culmine di un lungo percorso che ha come obiettivo la salvaguardia e la diffusione dell’arte del Canto Lirico, un patrimonio immateriale che nasce con il “Recitar cantando” più di 400 anni fa e che si è evoluto fino ad oggi grazie a grandi compositori, librettisti, artisti, cantanti, musicisti ed insegnanti che hanno creato, creano e creeranno capolavori”.

Secondo la definizione dell’UNESCO, per “beni immateriali” si intendono “l’insieme delle tradizioni, espressioni orali, arti dello spettacolo, rituali, eventi festivi, artigianato, pratiche agricole tradizionali che sono espressione vivente dell’identità della comunità e delle popolazioni che in esse si riconoscono.”
Il Canto Lirico, ufficialmente diventato un Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, va ad aggiungersi così alle altre “tradizioni vive” (16 in Italia) come il Teatro dei Pupi, i Tenores sardi, e la liuteria di Cremona.

L’appuntamento con il World Tourism Event for World Heritage Sites è a Genova dal 12 al 14 settembre 2024.
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