L’UNESCO IN UMBRIA
04 October 2019Due sono i siti del territorio umbro inseriti tra i beni patrimonio dell’Umanità Unesco: Assisi e i luoghi francescani, la Basilica del San Salvatore a Spoleto e il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno, che fanno parte, entrambi, del sito seriale I Longobardi in Italia.
Nel 2000, Assisi con il suo Centro Storico (incluse la Rocca Maggiore e la Rocca Minore), la Basilica di San Francesco e gli altri siti francescani (la Cattedrale di San Rufino, la Basilica di Santa Chiara, il Convento della Chiesa Nuova, il Tempio di Minerva, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, l’Abbazia di San Pietro, la Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola, il Santuario di Rivotorto, l’Eremo delle Carceri e il Monastero di San Damiano), insieme alla quasi totalità del territorio comunale, è stata dichiara Patrimonio Mondiale.
I motivi per cui la città serafica è stata nominata Patrimonio dell’Umanità sono molteplici. Assisi, con la sua Basilica e la valenza degli artisti che vi hanno lavorato è stata fin da subito d’ispirazione culturale e spirituale: la diffusione del messaggio artistico e spirituale dell’Ordine Francescano si è diffuso in tutto il mondo influenzando l’arte di diverse altre città.
Assisi è un esempio unico di integrazione di una “città santuario” nella sua culla natale, la città umbro-romana e poi medievale, per poi giungere ai nostri giorni perfettamente in continuità e sinergia con il contemporaneo. La Basilica di San Francesco è poi considerata un esempio eccezionale di un complesso architettonico che ha modificato il concetto di architettura stessa. Infine, secondo il parere dell’UNESCO, Assisi, come luogo di nascita dell’Ordine Francescano, è “stata strettamente associata fin dal medioevo al culto e alla diffusione dello stesso movimento francescano nel mondo, trasmettendo un messaggio universale di pace e tolleranza”.
La chiesa di San Damiano, appena fuori dall’abitato di Assisi , è il luogo della conversione di San Francesco, nel quale gli parlò dicendogli “Va’ e ripara la mia casa”. A San Damiano anche Santa Chiara visse per 42 anni e morì.
L’eremo delle Carceri si trova, invece, risalendo il monte Subasio. Sorge intorno ad una grotta in cui San Francesco amava rifugiarsi per pregare. Nel 1215 gli venne donato dai benedettini. Rispetto all’architettura originale, l’eremo ha subito un
ampliamento, voluto nel ‘400 da Bernardino da Siena.
A pochi chilometri da Santa Maria degli Angeli sorge la chiesa di Santa Maria di Rivotorto che fu eretta, in forme dal rimando neo-gotico dopo il terremoto del 1854, sul posto in cui già esisteva un edificio precedente, costruito per proteggere il tugurio francescano custodito ancora oggi all’interno della chiesa e nel quale, secondo la tradizione, si rifugiava il Santo con i suoi compagni per pregare e meditare.
Anche l’imponente Basilica di Santa Maria degli Angeli si trova ai piedi della città serafica, a qualche chilometro dalla stessa. Costruita tra il 1569 e il 1679, inglobando l’insieme delle strutture del conventino francescano sorte a ridosso della Porziuncola, sorse che lo stesso Francesco scelse a sua dimora perché “in quel luogo erano frequenti le visite degli spiriti celesti”. Culla del francescanesimo, la Porziuncola è uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti, tanto che papa Pio V, a conclusione del Concilio di Trento, decise la costruzione della grandiosa Basilica al fine di dare nuova vita all’Ordine dei frati Minori e adeguata accoglienza ai tanti fedeli che già la visitavano.
Al principio del ‘200 la chiesetta, abbandonata tra le querce, apparteneva ai Benedettini del Subasio. Attorno al 1205, Francesco vi stabilì la sua dimora, la restaurò e vi fondò l’Ordine francescano. Attorno alla Porziuncola furono erette le prime capanne dei frati, di creta e canne. Fu questo il luogo dove il santo dimorò più di frequente, dove dette il saio a Chiara (1212) e nel quale si tenne il capitolo detto “delle stuoie” (1221), cui intervennero più di 5000 frati.
Secondo la tradizione, qui San Francesco ottenne dalla Vergine l’indulgenza plenaria.
Altro bene Unesco della città di Assisi è il Palazzo del Capitano, che si trova nella piazza principale di Assisi, la Piazza del Comune. A sinistra del Tempio di Minerva, fu costruito a metà del XIII secolo e il 1282, fu ripristinato e dotato di merlatura nel 1927 assieme alla vicina Torre del Popolo, compiuta nel 1305, alla cui base sono murate le misure dei mattoni e delle tegole in uso nel 1348. Spostandoci da Assisi verso Spoleto si incontrano gli altri due beni che la regione Umbria può vantare come patrimonio mondiale Unesco.
Il primo è il Tempietto del Clitunno, un elegante edificio paleocristiano intitolato al S. Salvatore che si trova ai piedi del Comune di Campello sul Clitunno. Costruito per alcuni nel IV o agli inizi del V secolo, per altri nell’VII-IX secolo, utilizza elementi architettonici dei sacelli pagani ricordati da Plinio il Giovane, che si trovavano presso le vicine sorgenti del fiume. A differenza di altre opere di origine longobarda, la maggior parte egli ornamenti scolpiti sono manufatti originali e non reimpieghi di elementi di età romana.
Il tempietto sul Clitunno divenne celebre in età rinascimentale, quando ispirò artisti come Francesco di Giorgio Martini, Benozzo Gozzoli, Palladio e Vanvitelli e venne citato da Lord Byron nell’opera Childe Harold’s Pilgrimage.
Infine, a Spoleto, si trova la Basilica di San Salvatore, edificio paleocristiano eretto tra la fine del IV secolo e l’inizio del V, dalle forme originali e rare, affini a quelle del Tempietto sul Clitunno, che coniugano l’arte classica con gli influssi orientali. Della basilica primitiva e delle sue trasformazioni più remote rimangono solo l’abside, il presbiterio e la fronte, nonché i numerosi elementi di reimpiego tratti da un santuario romano di ordine dorico che davano luogo ad basilica paleocristiana trabeata.
L’ispirazione monumentale dei duchi longobardi di Spoleto si manifestò qui nel rifacimento della chiesa nell’VIII secolo: il restauro condotto dai longobardi aggiunse una coerenza eccezionale, sia nella struttura architettonica scandita dalle colonne di navata e presbiterio, sia nella ripresa dei modelli decorativi romani.
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